I LOVE CARTA
Questo è il testo di un mio articolo per un mensile toscano con il quale collaboro, w la carta stampata.
Carta conta
Immaginatevi un mondo senza giornali, senza libri…un mondo senza carta stampata. L’editore del New York Times Arthur Sulzberger ha previsto che lo storico quotidiano tra cinque anni sparirà dalle edicole, rimanendo solo edizione on line. Nel declinare questa probabile svolta, Sulzberger ha chiaramente dichiarato di essere convinto della graduale sparizione della carta stampata nei prossimi anni. Lungi da me essere contrario al progresso, ai computer, a internet, simbolo di libertà, sapere, velocità nel comunicare: ben venga se però è l’uomo a governare il progresso, senza farsi superare dalle sue scoperte. La scelta del New York Times è sicuramente epocale (decisa peraltro anche con un occhio al bilancio), fatta in un mondo sempre più informatizzato, dove si può fare tutto su internet, da fare la spesa a trovar moglie; leggere i quotidiani solo on line potrebbe quindi diventare una cosa normale. Ma sarebbe la stessa cosa? Credo di no; esistono già migliaia di testate, di blog aggregator, che si sono imposte come punti di riferimento su internet, nell’ambito dell’informazione e del confronto politico e culturale, ma che mondo sarebbe con l’addio totale al cartaceo? Un mondo peggiore; un mondo senza edicole che mondo è? E chi non si può permettere internet? In Italia ed in Europa questa possibile svolta non può essere inevitabile: non può per un fattore culturale, umano e umanista. Ancor oggi avere in tasca questo o quel quotidiano è una scelta cosciente, di appartenenza. L’abitudine di andare in edicola ogni mattina nessuno ce la può negare. Un aspetto non secondario è la qualità dell’informazione, che può abbassarsi ancora nel riversarsi totalmente on line. E lo strapotere delle televisioni non potrà che aumentare di conseguenza, soprattutto con il previsto dilagare della tv sul web, che potrebbe a sua volta uccidere internet. Ma alla fine è proprio la libertà di scelta quella che và preservata. C’è poi chi ha pure profetizzato la fine del libro come l’abbiamo sempre conosciuto, quello “in carne ed ossa” con le sue pagine da leggere, sottolineare, sfogliare, riprendere in mano dopo anni. Nulla di più devastante. Pensiamo veramente che leggere un qualsiasi libro su un telefonino o su internet sia la stessa cosa di rilassarsi con un libro “vero” in un vagone ristorante di un treno? Io sono convinto di no. Se per avvicinare alla lettura possono servire anche nuovi mezzi, nulla in contrario, ma il rapporto personale, oserei dire “carnale” con un libro, non si può cambiare con niente. Un libro spesso rappresenta più di un passatempo, diventa un compagno di vita, un amico fedele, un pianeta diverso in cui rifugiarsi. E pensiamo a cos’è stato un libro nella storia: è stato un simbolo di fede, un testo che ha guidato rivolte o rivoluzioni. Sinceramente non credo in prospettiva all’addio totale alla carta stampata in Italia, nonostante una società sostanzialmente omologata ed una gioventù annoiata, dove c’è un timido aumento nell’ acquisto di libri, ma sicuramente incentivi ed interventi per arrivare ad un ulteriore riavvicinamento possono essere utili. Il costo dei libri è ancora proibitivo specialmente per i più giovani, mentre per quanto riguarda quotidiani e magazine và rafforzata la politica di entrare nelle scuole come lo splendido progetto del “Quotidiano in classe”, ideato dall’Osservatorio Giovani. Và poi semmai rivalutata la scelta consapevole per l’uso della carta riciclata, che però ha sempre avuto paradossalmente costi proibitivi. L’iniziativa del book crossing ha purtroppo perso un certo romanticismo e spontaneismo a causa del tentativo di cercarne un ritorno economico di alcuni fondatori. Il progetto culturale La Ragnatela inaugurerà presto una stagione di serate a tema sull’amore per la carta stampata delle quali parleremo nei prossimi numeri di Laboratorio’99. Il cartaceo, giornali o libri che siano, non può essere un animale in via d’estinzione. Come si diceva una volta: leggete, leggete, qualcosa resterà.
Immaginatevi un mondo senza giornali, senza libri…un mondo senza carta stampata. L’editore del New York Times Arthur Sulzberger ha previsto che lo storico quotidiano tra cinque anni sparirà dalle edicole, rimanendo solo edizione on line. Nel declinare questa probabile svolta, Sulzberger ha chiaramente dichiarato di essere convinto della graduale sparizione della carta stampata nei prossimi anni. Lungi da me essere contrario al progresso, ai computer, a internet, simbolo di libertà, sapere, velocità nel comunicare: ben venga se però è l’uomo a governare il progresso, senza farsi superare dalle sue scoperte. La scelta del New York Times è sicuramente epocale (decisa peraltro anche con un occhio al bilancio), fatta in un mondo sempre più informatizzato, dove si può fare tutto su internet, da fare la spesa a trovar moglie; leggere i quotidiani solo on line potrebbe quindi diventare una cosa normale. Ma sarebbe la stessa cosa? Credo di no; esistono già migliaia di testate, di blog aggregator, che si sono imposte come punti di riferimento su internet, nell’ambito dell’informazione e del confronto politico e culturale, ma che mondo sarebbe con l’addio totale al cartaceo? Un mondo peggiore; un mondo senza edicole che mondo è? E chi non si può permettere internet? In Italia ed in Europa questa possibile svolta non può essere inevitabile: non può per un fattore culturale, umano e umanista. Ancor oggi avere in tasca questo o quel quotidiano è una scelta cosciente, di appartenenza. L’abitudine di andare in edicola ogni mattina nessuno ce la può negare. Un aspetto non secondario è la qualità dell’informazione, che può abbassarsi ancora nel riversarsi totalmente on line. E lo strapotere delle televisioni non potrà che aumentare di conseguenza, soprattutto con il previsto dilagare della tv sul web, che potrebbe a sua volta uccidere internet. Ma alla fine è proprio la libertà di scelta quella che và preservata. C’è poi chi ha pure profetizzato la fine del libro come l’abbiamo sempre conosciuto, quello “in carne ed ossa” con le sue pagine da leggere, sottolineare, sfogliare, riprendere in mano dopo anni. Nulla di più devastante. Pensiamo veramente che leggere un qualsiasi libro su un telefonino o su internet sia la stessa cosa di rilassarsi con un libro “vero” in un vagone ristorante di un treno? Io sono convinto di no. Se per avvicinare alla lettura possono servire anche nuovi mezzi, nulla in contrario, ma il rapporto personale, oserei dire “carnale” con un libro, non si può cambiare con niente. Un libro spesso rappresenta più di un passatempo, diventa un compagno di vita, un amico fedele, un pianeta diverso in cui rifugiarsi. E pensiamo a cos’è stato un libro nella storia: è stato un simbolo di fede, un testo che ha guidato rivolte o rivoluzioni. Sinceramente non credo in prospettiva all’addio totale alla carta stampata in Italia, nonostante una società sostanzialmente omologata ed una gioventù annoiata, dove c’è un timido aumento nell’ acquisto di libri, ma sicuramente incentivi ed interventi per arrivare ad un ulteriore riavvicinamento possono essere utili. Il costo dei libri è ancora proibitivo specialmente per i più giovani, mentre per quanto riguarda quotidiani e magazine và rafforzata la politica di entrare nelle scuole come lo splendido progetto del “Quotidiano in classe”, ideato dall’Osservatorio Giovani. Và poi semmai rivalutata la scelta consapevole per l’uso della carta riciclata, che però ha sempre avuto paradossalmente costi proibitivi. L’iniziativa del book crossing ha purtroppo perso un certo romanticismo e spontaneismo a causa del tentativo di cercarne un ritorno economico di alcuni fondatori. Il progetto culturale La Ragnatela inaugurerà presto una stagione di serate a tema sull’amore per la carta stampata delle quali parleremo nei prossimi numeri di Laboratorio’99. Il cartaceo, giornali o libri che siano, non può essere un animale in via d’estinzione. Come si diceva una volta: leggete, leggete, qualcosa resterà.
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